venerdì 27 maggio 2016

Cinema Mon Amour: X-Men Apocalisse di Bryan Singer

Mettiamo le mani avanti: io non sono mai stata una grande amante dei terzi capitoli delle trilogie cinematografiche. 
Postilla: non c'è molta serietudine in questa recensione.

Tornando al discorso iniziale, non credo sia colpa dei film in sè, ci sono dei terzi capitoli assolutamente degni di nota e, in almeno un caso, il capitolo terzo è stato il mio preferito in assoluto.

E' che io sono sempre l'eterna innamorata o del primo o del secondo: L'impero colpisce ancora, Il Padrino parte uno, Indiana Jones e il tempio maledetto, Ritorno al futuro (uno ovviamente), La Compagnia dell'Anello.

Tra l'altro pure il signor Singer ha fatto esclamare alla giovane Jean Grey "il terzo è sempre il più brutto" (parlava di Guerre Stellari, figlia mia, non hai visto quello è arrivato dopo).

Non sto dicendo che X-Men Apocalisse sia brutto, solo che l'ho trovato abbastanza sottotono rispetto a Giorni di un Futuro Passato, conosciuto come "l'X-Men che mi ha fatto piangere come un vitello".

L'inizio è indubbiamente maestoso, ci troviamo in Egitto dove Apocalisse sta per fare un transfer di corpo che tu che  hai 30 anni e ti sei vista Stargate quelle 150 volte quando ne avevi una decina stai già battendo le mani, i piedi e saltelli da seduta. Poi c'era Oscar Isaac e te la sei legata al dito che quello è stato blu per tutto il resto del film.


Minuto dopo minuto si sono insinuate quelle piccole cosette che ti hanno un attimo fatto storcere il naso, tipo, siamo negli anni '80? Sono passati quanti anni dal primo? Una ventina? Mi sta bene che non cambi il cast ma almeno invecchia un attimo gli attori.

Sarà un dettaglio, ma sono i dettagli che per me contano. E non prenderò come esempio Raven che dovrebbe avere almeno una trentina -abbondante- di anni e ne dimostra molti di meno perché sparare su Jennifer Lawrence mi viene troppo facile.
Oltretutto siccome che lei è premio Oscar-rappresentante Dior-raschiatrice con il mento di tutti i red carpet, allora può esimersi dall'interpretare il suo personaggio? Perché Jennifer Lawrence è Mystica non quella biondona vestita di jeans e chiodo.

Il vero problema della pellicola sono appunto questi, i dettagli.
Apocalisse è un dio, è il primo mutante, è fighissimo.
Ha una tipica motivazione da cattivo dei fumetti (il mondo è allo scatafascio, torniamo agli antichi albori) però è come se mancasse qualcosa, quel qualcosina in più che ci faceva voler bene a tipo, che ne so, Loki. Razionalmente pensi che da piccolo non ne ha prese abbastanza per continuare a comportarsi da stronzetto della periferia asgardiana. Poi però, poverino, è un incompreso, sfoga solo la sua frustrazione da fratello minore adottato.

Apocalisse non lo comprendi mai, non pensi mai che forse, in un'ottica distorta, abbia effettivamente ragione (come succedeva con Magneto).
Lui è cattivo. Lui vuole distruggere il mondo. Lui desidera il potere di Charles Xavier per poter avere il comando su tutti. Chiunque si metta in mezzo, muore.
A me la bidimensionalità del cattivo crea una serie di problemi incredibili che per spiegarli dovrei scrivere un post a parte ma, per essere breve, non funziona più. Tirami fuori una storia di vendetta, di traumi infantili, di mancanza del pony per il nono compleanno.
La follia omicida, la distruzione sistematica di tutto il genere umano è roba che può permettersi soltanto un cattivo, per quanto mi riguarda. 
Cattivo cattivissimo che comunque ha una personalità talmente prorompente che può francamente fare quello che gli pare. E tu zitto e muto.

Purtroppo non è solo Apocalisse ad avere il problema dell'appiattimento caratteriale: Psylocke è la tipa gnocca in tutina, Tempesta è la ragazzina che quando si incazza fulmina da tutte le parti (esiste mica un crossover Tempesta/Thor?), Angelo è il tizio con le ali, Kurt Wagner/Nightcrawler paradossalmente era molto più approfondito nel X-Men United (dove lo interpretava Alan Cumming), Ciclope, oddio sono la persona sbagliata per parlare di Ciclope. Io Ciclope non l'ho mai potuto sopportare in qualsiasi salsa mi è stato proposto.

Meno male ci sono Charles Xavier ed Erik Lensheer. Il primo è sempre più immerso nel suo ruolo di padre, guardiano, insegnante, il secondo poveraccio ha le gioie direttamente proporzionali alle sfighe che attira. Certo, stella mia, come mi è stato fatto notare, puoi maneggiare i metalli e vai a lavorare in una fonderia sperando non ti sgamino?
In ogni caso la scena del dialogo telepatico tra i due è stata così bella che avresti voluto durasse altri dieci minuti. E pure i mini flashback della loro amicizia. 

Al di là di tutte le piccole magagne, X-Men Apocalisse è un film godibilissimo, divertente, scorrevole, appassionante. 
Aveva solo bisogno di quella marcia in più, di qualcosa che non fosse già visto: il cattivo cattivissimo, l'intermezzo musicale di Quicksilver con Sweet Dreams, il saltellare perenne da una parte all'altra di Magneto, il solito cameo di Wolverine.
Qualcosa che ti facesse stare con una mano artigliata sul braccio del vicino, l'ansia del guardo-non guardo, il batticuore e magari la lacrimuccia. E poi il sospirone finale.
Se ti diamo un quarto Bryan, ci provi seriamente?

p.s. il terzo capitolo che io amo follemente è The Dark Knight Rises. E le ultime righe di questa recensione sono state scritte pensando a come stavo al cinema durante l'ultimo quarto d'ora.

p.p.s. il cattivo cattivissimo non credo ci sia bisogno di dire chi è.

martedì 24 maggio 2016

5 +1 Buoni motivi per vedere il pilot di Preacher.


Adattamenti. Croce e delizia di noi lettori.
Quando scopri che un produttore decide di tradurre in immagini un testo che hai amato nel tuo cervello inizia una lotta all'ultimo sangue tra l'omino "o tutto uguale o morte" e l'omino "e' un adattamento, rilassati".

Dopo anni che si vociferava di un film (e ultimamente di una serie di film) tratti dal Sandman di Neil Gaiman, arriva invece Preacher.

Cos'è Preacher? E' un fumetto di Garth Ennis e Steve Dillon.
Chi sono i lor signori? Ennis è un irlandese pazzo che ha collaborato sia con la Marvel che con la DC per i celebri Batman e The Punisher. Poi ha scritto tipo uno dei cicli più famosi di Hellblazer (quello con John Constantine che rischia la pelle per un tumore ai polmoni. Dannate sigarette). Si è fatto buttar fuori da una casa editrice perché il suo The Boys era troppo sboccato e violento. Un signore, insomma. Dillon è il suo fedele collaboratore britannico, il fumettista dietro lo scrittore. 


Senza stare a dilungarsi sul come e quando Preacher è finalmente arrivato sulle scrivanie dei produttori AMC (quella di The Walking Dead, mentre dietro al progetto ci sono Seth Rogen e Evan Goldberg), focalizziamo sul perché voi dovreste recuperare il pilot.
E ve lo dice una che quel fumetto, quel fumetto dei del cielo, se lo legge una volta ogni sei mesi.

1. Ovviamente, il punto di partenza, l'inizio. Se amate il pilot non può non venirvi una voglia assurda di recuperare il fumetto. Preacher è una folle road story. E' una saga western. E' dramma famigliare. E' una storia d'amore. E' il racconto di un'amicizia. E' la riscoperta della fede. E' blasfemia pura. E' trash. E' kitch. E' grottesco. E' divertente anche quando non dovrebbe. E' ridicolo. E' probabilmente una delle storie più assurde che mai leggerete.

2. La colonna sonora. Sono una fan sfegatata delle colonne sonore. Io adoro le colonne sonore e odio che talvolta vengano date per scontate. In questo caso niente è scontato. Nel pilot iniziamo con Time of the preacher di Willie Nelson, proseguiamo con Johnny Cash (The beast in me), una spruzzata di Carly Simon con la sempreverde You're So Vain e via dicendo. E' tutto così azzeccato che ti sembra di vederli, Seth Rogen e Evan Goldberg, nel loro appartamento, mentre si fanno passare i 33 giri e scelgono quello perfetto.


3. La fotografia. Nelle primissime scene sembra di vedere i fondali dei film horror trash anni '70-'80.
Se sei appassionato di cinema ti farai venire i lacrimoni. Tutto il resto è puro western di una volta.
Quasi lo senti il vento caldo del Texas, la sabbia sui vestiti, il sudore che ti si appicca addosso.

4.Il cast. Ovvero ciò che mi terrorizzava di più. Per una volta non avevo idee su chi potesse interpretare chi. Essendo che Seth Rogen è la mente dietro al progetto per un attimo ho "temuto" che avremmo visto James Franco a interpretare il reverendo Jesse Custer.
E invece Seth mannaggia a te, sei andato a prendere un attore inglese, Dominic Cooper. E' bravo? Si, fin troppo. Non solo ti fa quell'accento texano agghiacciante per una fan dell'inglese puro, ma tra una espressione sbigottita (che ti fa crepare dalle risate) e l'aria da strafottente, ti stupisce come di fondo sia la sua inadeguatezza come predicatore a saltare perennemente fuori. Vuoi il modo di camminare, vuoi di relazionarsi a chi gli chiede aiuto, vuoi il suo fumare constantemente.

Poi ci sono i Cassidy e Tulip di Joe Gilgun e Ruth Negga. Lui l'hai amato nell'istante in cui l'hanno castato. Lei ancora fai fatica ad ammettere che ti piace. Tulip nel fumetto è bionda, procace, incazzosa. Una pin up con la pistola sempre in mano. Nella serie è piccola, magra e di colore. Però è cazzuta e sicuramente più divertente che il suo corrispettivo su carta. Voglio darle fiducia.

5. La storia. E' quella del fumetto, ma non è quella del fumetto. E se non l'avete letto sappiate che può succedere di tutto, e quando dico di tutto, intendo di tutto. Non c'è limite alla pazzia di Ennis. Non c'è freno. E' tutta una folle discesa nell'assurdo. Jesse Custer, il reverendo di Annville - Texas, che viene posseduto da un'entità mezza angelo e mezzo diavolo, Genesis, e si ritrova ad avere un potere pari a quello del divino stesso. Preciso. Non vi basta? Sette segrete, un altro papa, un altro Messia, un vendicatore con le pistole più veloci del West, depravati, parenti serpenti. E un vampiro.
+ 1? 
Probabilmente Preacher sarà il mio argomento preferito per i prossimi mesi. Insomma o lo vedete o il terrorismo psicologico che vi imporrò sarà tale che lo vedrete per sfinimento.

Lunga vita a questa serie tv. Un brindisi al nostri eroi.


martedì 3 maggio 2016

Of Books, Filmzzz, Tivvì -April 2016-

Giustamente ho appena terminato un video e il piccolo Joker si è messo a dormire, inizio a scrivere e lui mi sale sulla tastiera. 
Leggasi: Gatto in vendita. 

LIBRI

Libro preferito del mese: Ben Hur di Lewis Wallace. Consigliatomi dalla strega Valentina, è un romanzo storico di una volta, quei classiconi che uno si dice sempre "leggerò" e poi non lo fa mai finché non ti obbligano pena l'annullamento dell'amicizia (sto esagerando, chiaramente...forse). Ci tengo a precisare che no, non ho mai visto il film. Colpa mia ovviamente però in questo caso ne sono felice perché mi sono goduta appieno la storia senza conoscere il suo svolgimento. 
L'unico "difetto" è la sottotrama religiosa che mi ha urtato ma solo perché io religiosa non lo sono e leggere del Messia che arriva e sistema tutto con uno schiocco di dita non è esattamente il finale che mi aspettavo. 

Personaggio maschile preferito: Giuda Ben Hur ovviamente. Forse l'avrei preferito più spregiudicato ma questo è dato dal fatto che in contemporanea stavo leggendo le ultime tribolazioni di Rhett Butler in Via Col Vento. Giuda è il classico eroe: coraggioso, leale, attaccato alla famiglia, onorevole. 
Ogni tanto ci vogliono anche loro.

Personaggio femminile preferito: Anna da L'estate dei morti viventi di John Ajvide Lindqvist. 
Nel romanzo di Lindqvist i morti tornano in vita ma non stile The Walking Dead e nemmeno Les Revenants. E' tutto molto più complicato. Anna è la madre del piccolo Elias, seppellito appena due mesi prima dell'apocalittico evento. E' un personaggio che mi è rimasto impresso perché è colei che più di tutti ha avuto una reazione "reale" di fronte ad un evento così straordinario. Le pagine finali, quando trova finalmente un modo di comunicare con suo figlio, sono strazianti. 

Citazione preferita: "Perchè noi ci pieghiamo dinanzi all'inevitabile. Noi non siamo come l'avena che quando è matura si irrigidisce e non si piega secondo il vento; siamo come il grano saraceno che ondeggia, e quando il vento è passato si rialza dritto e forte quasi come prima. Quando vengono le disgrazie, noi ci pieghiamo dinanzi all'inevitabile e sopportiamo sorridendo. E quando siamo nuovamente forti, diamo un calcio sorridendo alle persone dinanzi alle quali ci siamo piegati. Questo è il segreto per sopravvivere" Nonna Fontaine -Via Col Vento-

Fumetto: un mese senza fumetti. Che spreco! 

Saggio o poesia: Bed in Summer di Robert Luis Stevenson. La sta studiando uno dei miei pargoli e la trovo assolutamente adorabile ^^ Tra l'altro l'ha scritta Stevenson che minimo mi aspettavo uscisse un mostro da sotto al letto e invece niente. 

FILM

Film nuova visione: Mr Nobody di Jaco Van Dormael. La recensione del film la trovate qua sotto. Vi dico che lo sto apprezzando più adesso che il giorno che l'ho visto. Mi è entrato nel cervello questo film (e la colonna sonora) e non se ne vuole più andare.

Film visto e stravisto: Dirty Dancing - Havana Nights. 
Il trailer di Rogue One ha scatenato un ricordo potentissimo: la mia cotta adolescenziale per Gael Garcia Bernal e Diego Luna. Un mese mi piaceva di più uno, un mese l'altro, nel mese di indecisione mi vedevo Y tu mamà tambièn. 
Il seguito di Dirty Dancing è un mio guilty pleasure, amo follemente l'originale, visto e stravisto, ballato, cantanto, recitato a memoria, ma non nego che anche il secondo ogni tanto me lo rivedo. Sarà la colonna sonora, sarà l'atmosfera latina, sarà che un po' imbranata come Romola Garai lo siamo state tutte (ma non così fighe ahimè) sarà che Diego Luna che balla mi sconquassa a distanza di anni, non ho potuto non ripescare questo film datato 2004 (ovvero l'estate dei miei 18 anni. Mi sto mettendo nostalgia da sola).

Attore preferito: E con un bel sospiro lo ammetto qua in "casa mia": mi sono presa una cotta per Jared Leto. Sono in ritardo di anni? Certo, lo so bene. Quando questo essere faceva film di un certo spessore (leggi Urban Legend) io mi limitavo a guardarlo e ad annuire. Quando ha smesso di fare cinema per mettersi a cantare in giro con il suo gruppo ho preso atto con una scrollata di spalle. 
Per me Jared Leto era quel fregno di Efestione in Alexander (lì ammetto che anche il più severo dei miei ormoni ha ceduto). 
In Mr Nobody mi hanno convinta i suoi sognanti occhi azzurri e il suo sguardo innamorato...bla bla bla...inutile cercare giustificazioni. O mi strappo gli occhi o mi faccio un'overdose di film suoi così almeno passa tutto allo svelta. 

Attrice preferita: Neve Campbell in Scream. Non che non abbia visto film più intelligenti ma dal momento che qua sopra è comparso a sorpresa un ritrovato degli anni '90 mi sembrava giusto allinearci del tutto. Neve mi si dice che adesso faccia House of Cards. Io sogno una reunion con Liev Schneiber di Ray Donovan (a.k.a. Cotton Weary). Let it be true. 

TIVVI'

Serie preferita: Dai dai dai dai! Boris. Mi fa ridere per mezz'ora di fila e mi fa pentire di non averla iniziata prima. Però più che altro mi fa ridere. Ma proprio tanto. 

Miniserie: Non ne abbiamo e tutto ciò è molto triste e mi ricorda che la BBC ha smesso di volermi bene, mandandomi in onda programmi fighi la domenica sera. 

Attore preferito: Charlie Cox perché in Daredevil 2 (non ancora terminata perciò silenzio stampa vostro) è ancora più fregn...più bravo! Io chiedo solo che diventi più cattivo, più spaccaculi, più incazzato. Non come The Punisher, ci mancherebbe, ma che tiri due badilate in più non mi farebbe proprio schifo. 

Attrice preferita: Robin Wright. Stavo scrivendo Penn perché il mio cervello è rimasto negli anni '90 di qua sopra e pensa che la nostra meravigliosa Robin sia ancora la signora Sean Penn. Eh no, caro il mio Sean, Madame Wright è la first lady al braccio di Kevin Spacey e ti incenerisce solo con lo sguardo anche se in questa terza stagione l'ho vista parecchio traballante. Eppure la sua perfidia così misurata è qualcosa che vorrei imparare pure. Algida, diabolica, macchiavellica. 

Momento Fuck Yeah: Quando la Russia viene a bussarti alla porta che fa lei, Mr President? 


Momento Don't Cry: Non proprio da piangere ma il finale di Love, serie originale targata Netflix, è talmente adorabile che un po' mi ha commossa. Il personaggio di Mickey poi è diventato di prepotenza un must-see, una specie di Samantha Jones più incasinata e meno leggera.