mercoledì 23 aprile 2014

Much Ado About William Shakespeare


Non si scrive mai abbastanza di William Shakespeare. E non si dice mai abbastanza. 
Perché non si legge William Shakespeare? O meglio perché c'è tanta diffidenza? 
In fondo William Shakespeare noi lo vediamo ovunque, in mille film, romanzi, trame e intrecci. Storie d'amore ingarbugliate, tradimenti e inganni, battibecchi tra innamorati, lotte per il potere, battaglie tra re. Shakespeare è ovunque eppure ancora c'è chi dice che William non è per tutti, che se te lo sentono nominare ti guardano come se fossi tu quello che si da delle arie. "Oddio no, che barba".

Shakespeare era un uomo che scriveva con il cervello ma parlava al cuore. E quello tutti ne abbiamo uno, no? Io che vivo nell'era dei computer o la povera gente inglese che si intratteneva con le sue opere in piedi attorno al palco. 
me piace pensare a lui come il cantore dei sentimenti umani. Non solo amore, in tutte le sue forme, ma anche disperazione, odio, avidità, orgoglio, pazzia. Shakespeare prima di tutti è arrivato a capire che non è necessario infiocchettare tanto le parole, i sentimenti sono e devono essere alla portata di chiunque lo ascolti. 
Le sue non sono mai storie complicate, si parla di uomini e donne, di chi ama e di chi scappa, di chi desidera qualcosa e non può ottenerla, di chi lotta con tutte le sue forze e di chi lascia che siano gli altri a combattere. 
Shakespeare fa ridere e fa piangere, fa arrabbiare e fa tirare sospiri di sollievo.
Non sempre si vince, sono tanti i suoi perdenti, ahimè.

Perché amo William Shakespeare? 
Perché mi racconta delle storie che nonostante abbiano ormai 400 anni sembrano scritte ieri. Perché solo lui fa parlare dei personaggi credibili allora come adesso. Perché mi ha regalato pura poesia. Perché grazie ad attori e attrici meravigliosi le sue parole non sono più un mistero ma solo emozione. 

E perché parla di me, di noi, di voi, di loro. Per me questo basta e avanza per avvicinarmi alla libreria, prendere in mano una sua opera e iniziare di nuovo a leggere. 

Questo è quello che di getto ho scritto stamattina. Buon compleanno William. 


Favourite Play: Othello

Favourite Tragedy: Macbeth

Favourite History: Henry IV Part One

Favourite Comedy: Much Ado About Nothing

Favourite Character: Too Many! If I were a male actor I'd love to play Benedick or Iago.Or Prince Hal.  If I were a female definitely Lady Macbeth. Or Tamora. 
 
Favourite Quote:  “Doubt thou the stars are fireDoubt that the sun doth moveDoubt truth to be a liarBut never doubt I love." From Hamlet.

Favourite Soliloquy: Iago at the and of Act I of Othello.
Thus do I ever make my fool my purse:
For I mine own gain'd knowledge should profane,
If I would time expend with such a snipe.
But for my sport and profit. I hate the Moor:
And it is thought abroad, that 'twixt my sheets
He has done my office: I know not if't be true;
But I, for mere suspicion in that kind,
Will do as if for surety. He holds me well;
The better shall my purpose work on him.
Cassio's a proper man: let me see now:
To get his place and to plume up my will
In double knavery--How, how? Let's see:--
After some time, to abuse Othello's ear
That he is too familiar with his wife.
He hath a person and a smooth dispose
To be suspected, framed to make women false.
The Moor is of a free and open nature,
That thinks men honest that but seem to be so,
And will as tenderly be led by the nose
As asses are.
I have't. It is engender'd. Hell and night
Must bring this monstrous birth to the world's light.


LEAST Favourite Play: Can't think of one at the moment. I didn't like Richard II very much but still it has some great moments

LEAST Favourite Character: None. Not even the baddies.

Favourite Sonnet: Shall I compare thee to a summer's day?

Favourite Shakespearean Movie Adaptation: Two words: Kenneth Branagh.

Favourite Shakespeare Influenced/Plot Based Movie, Musical or Play: William Shakespeare's Romeo + Juliet

First Shakespearean Play You Saw (theatre): The Tempest (horrible adaptation)

If You could be in a Play which one and which character: Beatrice from Much Ado About Nothing

Which Play is Next on Your List to Watch: Kenneth Branagh's Macbeth 

martedì 22 aprile 2014

GameofThrones2-Penny0: The Lion and The Rose

La puntata l'ha scritta George Il Fetente in persona.
Non è che voglio ammorbarvi tutte le settimane con le mie pseudo deliranti opinioni (non ho il coraggio di chiamare questa sequela di frasi sconclusionate recensione).
Perciò tralasciamo quello che mi ha fatto decidere di mettermi lo smalto intanto che guardavo la puntata e passiamo alle parti interessanti.

-Ramsay Snow
In realtà io ho un problema serio con Ramsey.  Cioè ogni volta che vedo Iwan Rheon mi torna in mente Nathan appeso sul cornicione che lo guarda e gli dice "aiutami Barry". E lui si chiamava Simon (se non capite di cosa sto parlando non sapete cosa vi siete persi perciò correte a vedervi la prima serie di Misftis).Va' detto che anche qua Nathan probabilmente finirebbe infilzato in un cancello, ma meglio non specificare dove la parte puntuta finirebbe.
Sta di fatto che Ramsey fa il figo a più non posso finché non arriva babbo Bolton che lo incenerisce con lo sguardo, gli da del bastardo, gli fa capire che non è buona cosa che si allarghi tanto e poi per compassione lo manda a Moat Cailin. Insieme a Vargo Hoat che prima se l'è tirata per aver tagliato la mano di Jaime Lannister (ci stava che Ramsey rispondesse "sapessi cosa ho tagliato io a Theon Greyjoy, dilettante").

-Theon Greyjoy
Adesso mi attirerò le ire di tutti. Io per Theon ho sempre provato una punta di affetto e compassione. Un po' come quando vedo quei cani orrendi e bruttissimi tipo bulldog. Sono dei cessi ma ti fanno ridere. A me Theon non fa ridere però poveretto ha avuto una vita mediamente di merda dai. Cresciuto come prigioniero (tra i privilegi ma pur sempre prigioniero), con un padre che non lo vede dalla caduta del primo dente da latte e la prima cosa che gli dice è "che minchia sei venuto a fare dovevi startene a casa tua che poi tua non è, imbecille, e levati quei vestiti e tagliati i capelli e spazzolati i denti" e una sorella che lo tratta come le pezze dove ci fanno pipì gli animali. Lui voleva trovarsi un ruolo, fare qualcosa di importante, farsi valere. L'ha fatto nel modo sbagliato, sbagliatissimo. Poi c'è da dire che nel libro Theon ha una profondità che nella serie tivvù è pari è una pozzanghera. Perciò voi solo spettatori non capirete mai il personaggio fino in fondo finché non lo leggerete. Poi potrete anche odiarlo a morte ma prima leggete.


(la foto non c'entra ma Oberyn modalità SEXY AND I KNOW IT sta sempre bene)

-L'allegra famiglia Lannister 
Tyrion che cerca di consolare Jaime e rovescia del vino sul tavolo è la scena più bella della puntata insieme alla sfanculata di babbo Tywin al matrimonio. Con ordine però.
Tyrion fa un brindisi ai ragazzi Lannister "lo storpio, il nano e la madre della follia" anche se temo che la parola che gli sia venuta in mente per prima a proposito di Cersei non fosse esattamente quella. Poi manda il fratello maggiore a prendere lezioni di spada con Ser Bronn, la delicatezza fatta uomo ormai perfettamente calato nel ruolo di uomo della Capitale. Più o meno.

Veniamo a Tywin che fa il boss finché non incontra Oberyn Martell. Che gliela piazza talmente bene che manco una mandria di Dothraki incazzati l'avrebbe steso così bene. Dorne 1- Lannister 0.
Cersei a sua volta fa la bulletta con Brienne (che diciamocelo, le mangia in testa e io starei attenta a pesare le parole) perché "tu ami mio fratello gne gne ma tanto lui ama solo me e ciccia". Quella ci rimane pure lei poco poco male. Dai Brienne che prima o poi avrei la tua vendetta. In questa serie o nella prossima. O nella prossima ancora. Dipende dal Fetente.
Jaime a sua volta fa il paio con suo padre. A fargli abbassare la cresta è però -rullo di tamburi- Loras Tyrell. Quello con il mantello fiorato. Lui. Jaime ti prego fa qualcosa, ripigliati. Datti quella mano da 8 kili d'oro in faccia mille volte e fai penitenza dietro alla lavagna. Lannister 0-Tutti gli altri 1000.


-Bran 
A Bran mi aspetto che da un momento all'altro spunti la barba e inizi a fumare e a farsi i primi cicchetti, chiedendo i 50 euro a Hodor per andare a giocare al bowling. Già la serie scorsa rimasi scossa per il cambio di voce ma farlo passare ancora per un dodicenne è un po' una leggera forzatura. Come Dawson che doveva avere 14 anni e ne dimostrava 30.

-Melisandre
A parte i tizi bruciati e le menate a tavola con lui, lei e l'altra, la scena dove va' a fare catechismo alla pupa di Stannis mi ha fatto molto Scientology tanto che se fosse sbucato Tom Cruise da un antro della stanza non mi sarei stupita.

-Joffrey
Il re è morto. Non è che ho molto da dire perché 1. lo sapevo da anni 2. è morto da coglione come è vissuto. Meritava una morte peggiore? No, meritava la morte da idiota che ha fatto. Per ora di veramente peggiore di morte me ne viene in mente una sola ma non posso dirla perché è spoiler.
E se non la metteranno mi offenderò a morte.

lunedì 21 aprile 2014

Cinema Mon Amour: La Moglie del Soldato di Neil Jordan

Le domeniche piovose sono un po' il mio ideale.
Non sempre, perché alla fine il desiderio di andare a spasso la vince ma una volta ogni tanto ci stanno. Soprattutto quando è un po' che non rivedi i tuoi personali cult. 
Oggi in realtà non è manco domenica, è lunedì ma è uguale, sempre di festa si tratta. E piove.
La scusa ideale, anche se scuse non ne cercavo, per buttarmi a peso morto sul divano e mettere su un dvd.

La Moglie del Soldato di Neil Jordan l'ho conosciuto attraverso la sua canzone, The Crying Game (di Boy George che sarebbe pure il titolo originale del film).
Il film l'ho visto perché ero nel periodo del "recupero cult". Mi piaceva la canzone, mi piacevano le immagini del film nel video e così lo registrai una notte su Rete4 programmando il videoregistratore. 
Detta così fa molto Medioevo me ne rendo conto, in realtà si parla di una decina di anni fa suppergiù, mica mille. O forse di più ma la faccenda mi fa suonare come uno dei quei anziani che ti raccontano quando c'era la guerra.

Torniamo alla pellicola.
Di film Neil Jordan ne ha fatti parecchi, alcuni belli altri molto meno, di recente è pure incappato in una serie tv (su cui si potrebbero scrivere pagine e pagine, soprattutto sulla pettinatura di Cesare Borgia ma magari anche no).
A distanza di anni è questo però che io rivedo sempre volentieri e per cui mi riesce di commuovermi tutte le volte. 
Siccome questo è un film di cui è veramente cosa buona sapere poco o niente la trama ve la lascio molto annebbiata.

Fondamentalmente sono tre  le storie: quella di Fergus e Jody, il primo militante IRA, l'altro soldato inglese rapito, che diventano loro malgrado amici perché probabilmente nessuno dei due crede troppo nella causa per cui combatte; quella di Fergus e Dil, la donna, la moglie del soldato del titolo; la storia che parla della lotta per affermare la propria identità, sia che si parli di nazionalità o di sessualità.
Si sessualità, avete letto bene. Non ho alcuna intenzione di dirvi perché sessualità però.
Sto facendo di tutto per convincervi a recuperare il film, non-so-se-si-era-capito.

Si inizia con il rapimento e i discorsi politici ma in realtà è tutto un preambolo per arrivare alla storia d'amore. Che poi sta tutto qua il colpo da maestro di Jordan, anche sceneggiatore del film, ovvero l'evitare i soliti cliches triti e ritriti di lui che ha indirettamente provocato la morte dell'innamorato di lei, ha i sensi di colpa e non può svelare il segreto ma vuole riparare il torto prendendosi cura di lei.  Fergus avvicina Dil, si fa tagliare i capelli da lei, la segue al bar. Nemmeno lui è tanto convinto di questo corteggiamento. Tutte e due fanno i duri e gli spavaldi ma tutte e due sono anche terribilmente soli e in cerca di affetto e amore. Insomma è un attimo che si innamorino.
Peccato che non sia così semplice, vuoi i segreti che pesano come macigni (non solo quello di Fergus ma soprattutto quello di Dil), vuoi che "tu ti dimentichi dell'Ira ma l'Ira mica si dimentica di te".

Credo di sapere il motivo per cui questo film viene trasmesso molto poco in tv e di solito a tardissima notte.
Fa strano vedere un uomo innamorarsi, respingere l'amore ma capire che per quanto si scappi via, dall'amore non si fugge.
La bellezza del film non sta nei discorsi ideologici o la lotta per l'Irlanda libera, è tutta una questione di come questa storia d'amore diversa viene trattata. Senza scandali o esagerazioni, senza morali o giustificazioni.
Ovviamente anche noi abbiamo il nostro bell'attimo di smarrimento ad un certo punto eppure, poi, è proprio vero quello che dice Dil "anche quando vomitavi sapevo di piacerti".

Dil mi piace,  mi piace la sua forza e la sua fragilità, il suo timore di rimanere sola, la sua capacità di affezionarsi ad una persona appena le mostra un po' di gentilezza, il suo essere disposta a tutto per l'uomo che ama anche annullare la sua identità che io immagino abbia fatto parecchio fatica a costruirsi. 
Fergus stesso non può fare a meno di lei. Gli fa paura ma non può nascondere di volerle bene, anzi, per salvarla pure lui mica si tira tanto indietro.
Due matti ecco cosa sono Fergus e Dil. Due persone innamorate che non possono fare a meno l'una dell'altra. 
E io di loro due e di questo bellissimo film. 


p.s. Fergus è Stephen Rea. Attore che mi piace tantissimo e che ha lavorato parecchio con Neil Jordan. I più giovincelli sicuramente lo ricordano in V per Vendetta. E poi ci sono anche Miranda Richardson e Forest Whitaker. Mica bruscolini dai.

p.p.s. ascoltate la canzone.



venerdì 18 aprile 2014

Sul Comodino#1


Intanto vi farei notare le mie abilità di fotografa che sono non scarse, di più credo. Un'ingiustizia per un'appassionata di fotografia. Che poi a dirla tutta la mia passione va' per i reportage, soprattutto quelli sociali e di guerra, le foto posate le detesto abbastanza.
Fatto questo appunto quanto mai inutile ai fini del post vediamo che ho sul comodino questo fine settimana.

1. L'analfabeta che sapeva contare di Jonas Jonasson. 
Appena finito di leggere ancora non l'ho spostato. Ringrazio la Eli che me l'ha passato. L'ho trovato un libro spassionato, divertente, intelligente. Un romanzo scritto bene, senza mille pretese ma mai stupido o banale. Un tocca sana per l'umore. Davvero una lettura consigliata.

2. Cloud Atlas di David Mitchell.
Ce l'ho in libreria da circa un anno e mesi e voglio leggerlo da più tempo ancora. Meglio tardi che mai insomma. La verità? Il film. E' da quando è uscito che rompo le scatole per vederlo ma mi rifiuto se prima non ho letto il romanzo da cui l'hanno tratto. Un mio amico all'epoca lo definì "una fucilata nelle palle". Io faccio affidamento al cast.
Quando mi arrivò tramite scambio lessi una decina di pagine e non sembra una letturina di quelle "spegni il cervello che tanto non ti serve".

3. Il Pettirosso di Jo Nesbo. 
Iniziato un mesetto fa e per ora è lì. Non è che non mi piace è che purtroppo il mese scorso è stato un mese pieno e quando mi sono accorta che non distinguevo se a parlare era un uomo o una donna mi sono detta "metti giù e aspetta". Per ora aspetta ancora un po'. Comunque Nesbo mi piace come scrive, ma preferisco Mankell per adesso.

4. Wolf Hall di Hilary Mantel. 
Vi rimando al post dell'Appuntamento al Buio con i libri. E' da gennaio che sta lì comunque, tra un po' esce Cromwell a dirmi di darmi una cazzo di mossa che non ne può più.

5.1602 di Neil Gaiman.
Neil Gaiman in forma di fumetto, racconto o romanzo è quasi sempre sul mio comodino. Neil Gaiman è la chiave per fare bei sogni perciò non può mai mancare. 
In particolare questo fumetto mi sta piacendo talmente tanto che lo leggo una vignetta per volta più o meno. Se mi finisce troppo presto temo di andare in crisi. Niente più fumetti di Neil in giro per casa.

6. Y-L'ultimo uomo e Fables.
Infossati sotto due libri ci sono gli ultimi due numeri di Y-L'ultimo Uomo (già letto, OMIODIO) e Fables (non ancora letto). Non mai troppo tardi per appassionarsi di fumetti. Oltretutto il mio livello di nerdaggine sta crescendo sempre più e ne vado molto orgogliosa.


martedì 15 aprile 2014

Appuntamento al buio: book edition.

Sarà stata la copertina suggestiva, il titolo intrigante, la promessa sussurrata dalle pagine di una magica avventura da trascorrere insieme. E invece no.
Ci siamo cascati tutti almeno una volta nella vita.
Almeno una volta nella vostra vita da lettore.

Parlo della fregatura, non di quella che capita quando comprate un libro visto al volo e poi scoprite che il retro dei cereali Nesquik era più interessante. 
Io dico quella di quando coccolate con lo sguardo un libro per settimane o, peggio, mesi.

Giretto in libreria. Lo vedi. Osi avvicinarti, lo apri, leggi la trama. Lo giri, vedi il prezzo. E costa. Se non costasse sarebbe tutto più semplice. Lo ami a prima vista.
Tempo due secondi ti dimentichi anche la trama, perché non è importante, anzi meglio, me lo godo di più. Lo vuoi, lo desideri, hai già immaginato la vostra storia d'amore, parlerai ai tuoi nipoti di quel libro che a enne anni ti ha rubato il cuore. 
Poi i tuoi amici, giustamente, cercano ti trascinarti fuori adducendo la solita "tanto non lo compri, sono 30 euro, andiamo, inizia il film". Prima lo metti giù, quando hai già un piede fuori dalla libreria inizia la cantilena "ma io lo volevo, mi piaceva, è bello, guarda che bello, non è bello?". Il più saggio di solito ti guarda e ti dice "ma se non l'hai letto come fai a saperlo? almeno aspetta l'economica!".

I successivi 10 giri in libreria ci finisci davanti, a casa continui a metterlo e toglierlo dal carrello di Amazon. Non è che quei 25 euro in meno mi cambiano la vita eh? Solo che nella tua mente un libro da 25 euro deve essere UN LIBRO. E poi tu di libri dai, mica ne compri uno ogni tanto. Con 25 euro di solito svaligi la libreria dell'usato.

Io 25 euro per un libro solo devo averli spesi tipo 3 volte: per l'ultimo Harry Potter (26); per un fumetto di Neil Gaiman (20); per i romanzi del George Fetente (e aggiungerei che soldi e soddisfazione non sono andati di pari passo, chiusa parentesi).


Dopo un corso di meditazione di 100 ore (che si tiene nello stesso posto dove si fanno corsi per non comprare vestiti su Asos), si procede all'acquisto e quando finalmente la reliquia è in mano tua la apri con la cautela di uno studioso che ha in mano un First Folio di 400 anni fa.

Saltiamo subito al succo della questione: cosa fai se a pagina 100 del suddetto hai capito che hai preso una cantonata gigante? Prosegui la lettura perché sei un tipo ottimista? Lanci il tuo personale First Folio contro il muro? Lo usi per bilanciare la scrivania che pende a destra?
Perché capita. Ah, se capita. Di solito succede che a pagina 25 ci si accorge che quello che stiamo leggendo non è il romanzo che avevamo in mente noi. 100 ore di meditazione hanno contribuito alla costruzione di una trama secondaria nella vostra mente. Molto più bella, molto più avventurosa, molto più romantica, molto più tragica, molto più figa insomma. Un capolavoro di colpi di scena, personaggi chiaro scuri, frasi da antologia.

Nella mia personale classifica i più colpevoli sono loro: 

- Norwegian Wood di Haruki Murakami. "Leggilo, è bellissimo, non puoi capire, ti cambia la vita".
A distanza di anni non ho ancora capito se la stronza insensibile sono io.
Credo di si comunque. Non ho incontrato nemmeno una persona che mi abbracci e mi dica "non sei sola. non vedevo l'ora che finisse questa agonia di suicidi e depressioni". 13 euro risparmiati. E soldi della psichiatra per riuscire a riprendermi dai deprimenti momenti di depressione profonda.

-Alexandros di Valerio Massimo Manfredi. 
Scritto bene? Si. Accurato storicamente? Diciamo ni. Ti è piaciuto? No. Mi ha provocato un'incazzatura che di rado è riuscita così bene ad un libro. Se il romanzo si fosse chiamato "Ernesto, un tizio macedone che voleva conquistare il mondo e trombarsi anche i caloriferi nel frattempo" l'avrei accettato. Tu però non sei Alessandro Magno (per inciso io ho comprato i tre libri di colpo. Piccolo genio).

-A Feast for Crows e A Dance with Dragons de Il Fetente. 
Lui poteva risparmiarsi duemila pagine. Io una quarantina abbondante di euro. 10.000 alberi sacrificati per raccontarci che: sbucano Targaryen come funghi dopo la pioggia, il Martell vendetta/morte/topa/ancora vendetta/spacco il culo ai Lannister è crepato un volume prima, gli unici Stark/Tully rimasti sono o pallosi o cretini che più cretini non si può, un personaggio -che non dirò- pare morto ma sappiamo tutti che non può essere morto perché se no la testa di Martin finisce su una picca. Niente guerra, niente regina dei draghi che ha brasato il culo a mezza Westeros.

-Wolf Hall di Hilary Mantel. Per adesso gli do il beneficio del dubbio perché non ho ancora girato l'ultima pagina. Però rientra nella categoria "io immaginavo un altro tipo di libro, cos'è questo?". Per amore di Enrico VIII porto pazienza. E mi impegno. Leggere un libro scritto al presente con costanti problemi a capire chi parla è una sfida che devo vincere. 22 euro e mesi, mesi, mesi di meditazione.

-Storia d'Inverno di Mark Helprin. Come sopra. "Non è il libro che mi ero scritta io". La prima parte è una delle storia d'amore più belle che ho mai letto. La seconda sembra scritta da un'altra persona. Una persona molto più pallosa di quella che ha scritto la prima. Nota positiva: è stato un regalo. Ma temo rappresaglie perché ho insistito parecchio per avere questo libro. Forse era meglio puntare di più sul cofanetto del cucito.

giovedì 10 aprile 2014

Game of Thrones1-Penny0: Two Swords

Siccome che sono due giorni che non so dove sbattere il muso ho improvvisamente ricordato di avere un blog.
Intanto giuro sulla capoccia di George "Il Fetente" Martin che non farò più passare così tanti mesi dall'ultimo post. E se passeranno tanti mesi...mica avete davvero creduto di riuscire a leggere la fine di quella saga? Dai, davvero. Siate onesti.

Restiamo in argomento, non ho scomodato Il Fetente per niente.
Lunedì ho visto la prima puntata di Game Of Thrones, stagione 4. L'ho guardata subito, roba che alle 9 del mattino ero già davanti al computer.
Mi aspetto ranocchie che piovono dal cielo a questo punto. No, sul serio.
Ho tanto amato la prima serie quanto mi ha fatto cagare la terza. Si, signori, fatto cagare. Io sono la prima che accetta cambiamenti e stravolgimenti dove necessari, scene aggiunte e scene tolte, personaggi che scompaiono e personaggi "ma chi cazzo sei tu?". La terza serie l'ho guardata con un misto di noia, orrore, noia, desiderio di prendere i libri e lanciarli in faccia a Benioff e l'altro tizio di cui non ricordo mai il nome. 

Quando si parlò di una possibile prima serie io feci un salto triplo carpiato in camera, quella serie la aspettavo da almeno almeno quei cinque, sei anni. E non ero manco una delle lettrici di primo pelo, c'era gente che la saga l'aveva seguita proprio dall'inizio inizio. Capite. Una passa gli anni a fantasticare sui personaggi, sul chi farà chi, sul fatto che produrranno una serie fantasy in tv, sulla HBO, mica sul Canale 5 con Scamarcio e la Stella, che non sa manco doppiarsi e lo fa fuori sync.


Il giro largo era per dire che la prima serie la adorai, ogni singolo fotogramma erano le immagini nella mia testa finalmente concretizzate. Tutte le cose che in fase di produzione mi avevano fatto storcere il naso (Nikolaj-Coster Waldau, perdonami, ma non mi piacevi come Jaime. Ora sono pentita, contrita e redenta) trovavano il loro posto nel meraviglioso quadro della serie. Della seconda e della terza preferisco non parlare (Talissa?! Talissa?! Cazzo scherziamo vero?!).

Un motivo solo mi ha spinto a dire, vedo la quarta. Ma siccome mi piacciono i giri larghi ci arriviamo alla fine.
Diciamo che come prima puntata mi è piaciuta e fin troppo. 
Mica tutto eh? Purtroppo ci sono ancora delle scelte che non entusiasmano. 

Tipo, leviamoci il sassolino. Kit Harrington. L'ho detto. 
A voi fanciulle forse piacerà, ma ha l'espressività di un tonno pinne gialle. Jon Snow non è il mio personaggio preferito ma è pur sempre Jon Snow.  Eppure la fatica che ho fatto (e feci) a seguire tutta la parte sulla Barriera, ha dell'incredibile. Lasciamo perdere come hanno giostrato tutta la sua entrata nei Bruti, il personaggio di Mance (non suo nonno, quello della serie dico) e la sua storiella d'ammmore con Ygritte. Io credo di avere imparato a usare il tasto "avanti veloce" nella sue scene. Manco Ros mi faceva questo effetto.

Salto a King's Landing. Jaime che abbassa la capoccia con papà Tywin mi ha ricordato la prima serie. Lui che ha fatto il galletto del pollaio per sette episodi, poi arriva babbo che per cattiveria rivaleggia con Arthur Petrelli di Heroes (quello che si fingeva morto e con il primo abbraccio di benvenuto al figlio gli ciulava tutti i poteri. High Five.) e giù la crestina. Non pago di essersi fatto dare del coglione dal padre pure la sorella lo manda a stendere. Giusto per rimarcare chi era a portare i pantaloni nella relazione.

Per la serie "Bilbo Baggins non ti ha insegnato nulla?" Dany gioca con uno dei suoi draghi e a momenti questo le brasa via una mano con Jorah -Capitan Ovvio- che le dice che "non sono mica minipony". 
Vorrei stendere un velo pietoso su Daario e Verme Grigio che fanno a gara su chi è più faigo con la spadina di carta pesta.

Le star dell'episodio in realtà sono state la coppia di fatto Arya-Sandor. Lei che è  ormai sulla via per la psicopatia che manco Hannibal Lecter riuscirebbe ad aggiustarla. Lui che a quanto pare ha un debole per le pupe Stark dopo essere stato il Mastino di quel cretino di Joffrey. Sono belli, bellissimi, strastupendi.

E poi ecco. Lo confesso. Il motivo per cui mi sono detta "e vediti 'sta puntata e taci" è perché sapevo che sarebbe arrivata finalmente la Vipera Rossa. Non scherziamo. Io ci ho lasciato il cuore su quel personaggio. Non ho intenzione di spoilerare niente. Il Fetente però si chiama Fetente per un motivo.

Tyrion povera anima non solo ha da sorbirsi un padre stronzo, una moglie non pervenuta, un'amante gelosa e una sorella perennemente mestruata. A rompergli le scatole arrivano pure i Martell che se appena potessero butterebbero una bomba atomica su Castel Granito, Approdo del Re e qualunque posto dove c'è un Lannister che respira. 
Siccome Martell senior era ammalato, arriva Martell junior. Ovvero il rompicoglioni della famiglia. Oberyn, quello che si dice "si sia fatto mezza Westeros" (da qui la battuta più bella della puntata, offered by Bronn, obviously). Un tipetto elegante. Morale: Tyrion lo trova in un bordello ad attaccar briga con un paio di soldati della Guardia Reale. Riformulo: il buon Oberyn era intento a infilarsi in un'orgia, salvo che due malcapitati hanno deciso di mettersi a canticchiare The Rains of Castamere e il principe dorniano ha tipo infilato la mano di uno di questi con una spada, bloccandogliela al tavolo. Sotto gli occhi della sua amante che dopo gli infila mezzo metro di lingua in bocca. Con Bronn che guarda con la tipica espressione "Esticazzi". E tanto per non farci mancare nulla dopo quattro risate, ecco che Oberyn, grazia dell'elefante in cristalleria, annuncia che mica solo i Lannister sono bravi a vendicarsi. 'Spetta e vedi come faccio fare chicchiricchì al tuo babbo adesso. 
Niente. Oberyn King of Sassiness.
Per questa volta mi hai vinta HBO. A domenica prossima per il secondo round.